Quali sono le piante e i fiori migliori per tingere i tessuti?

Quali sono le piante e i fiori migliori per tingere i tessuti?

La tintura naturale è una tradizione secolare ed ecologica, che permette di dare grande sfogo alla creatività di chi la mette in pratica. Si tratta però di un’arte che richiede anche molto tempo e pazienza: il processo di tintura è infatti lungo (anche giorni) e strettamente connesso con la stagionalità.

Scopriamo insieme come funziona e quali sono le piante o i frutti migliori per realizzarla.

Come avviene il processo di tintura naturale?

Il processo di tintura naturale si sviluppa in quattro fasi

  1. La mordenzatura
    I tessuti da tingere vengono messi a bagno all’interno di pentoloni pieni d’acqua calda (80°-100°) dov’è stato disciolto il mordente, una sostanza che permette ai coloranti di fissarsi alle fibre.  Questo processo permette alle fibre del tessuto di “aprirsi” per essere ricettive al colorante: si assiste a una reazione chimica naturale legata al PH del filato.
    Il processo di mordenzatura dura minimo un’ora fino anche a una giornata intera, a seconda del mordente utilizzato.
  2. L’estrazione
    La tintura naturale si basa sull’utilizzo di piante tintorie: foglie, bacche, fiori, frutti, bucce, spezie. Ognuno di questi elementi dev’essere fatto macerare o bollire per estrarne il colore necessario all’operazione di tintura.
    Ogni pianta è diversa e il tempo di lavorazione è molto variabile e prevede sempre un tempo di riposo del bagno colorato prima di poter effettivamente immergervi i tessuti.
  3. Il bagno di colore
    Eseguite le due operazioni precedenti, è possibile immergere il tessuto mordenzato all’interno dell’acqua colorata e lasciarlo in ammollo in acqua bollente per almeno un paio d’ore. Più a lungo i tessuti saranno immersi nel bagno di colore, più intenso sarà il colore stesso.  Una volta bolliti i tessuti, essi devono raffreddarsi all’interno dell’acqua di tintura.
  4.  Risciacquo e asciugatura
    L’ultimo passaggio è il momento della verità: i capi tinti vanno risciacquati in acqua con l’aggiunta di sapone neutro. Questo passaggio permette di eliminare la tintura in eccesso e rivela il colore finale ottenuto. A risciacquo terminato si lascia asciugare la stoffa all’aria, senza mai esporla alla luce diretta del sole.

 

Per un approfondimento sul processo di tintura ti rimando al post che ho scritto in merito qualche tempo fa.


Le cose da tenere a mente quando parliamo di tintura naturale

Tintura naturale rossa

 

Quando ci occupiamo di tintura naturale dobbiamo ricordarci alcune questioni fondamentali che la riguardano: da un lato, quali tessuti possiamo tingere e, dall’altro, il tipo di risultato finale che possiamo aspettarci.

Quali sono i tessuti adatti alla tintura naturale?

La tintura naturale può essere eseguita solamente su fibre naturali, come canapa, cotone, lana, e lino. Le fibre sintetiche, invece, non assorbono il colore dai coloranti naturali.

Quindi se voleste sperimentare, ma aveste a disposizione dei capi con tessuto in fibre miste, ti sconsigliamo di provare a effettuare la tintura su di essi, per non sprecare risorse e tempo. Puoi invece sperimentare su scampoli di tessuto bianco o color panna in lino o cotone.

Posso creare qualsiasi colore con la tintura naturale? 

Sì e no. La gamma di colori che si possono ottenere con i coloranti naturali è ampia e varia: da ogni pianta o erba tintoria si ottengono colori diversi e dalla lunghezza dell’immersione nel bagno tintorio dipenderà l’intensità del colore stesso.

Inoltre, molta differenza la fa il tessuto che si sceglie di tingere: lana e canapa non assorbono il colore nello stesso modo, quindi se li tingerai con la curcuma, ad esempio, il giallo che otterrai sarà più vivo in un caso e più blando nell’altro.

Quali sono i coloranti naturali? 

Le piante tintorie con cui realizzare dei coloranti naturali sono numerosissime: si va dalle spezie come la curcuma con cui si fa il giallo, le cortecce per realizzare il marrone, le ortiche per il verde, il viola del legno di campeggio o l’indaco per il blu.

Inoltre, trattandosi di elementi naturali, ogni stagione ha le sue erbe e piante tintorie: i frutti e i fiori che crescono e maturano in una determinata stagione saranno le materie prime per le tinture delle stagioni successive.

Eccovi cinque piante tintorie che utilizzo per realizzare i capi Le Tintine, che a mio avviso sono tra le migliori in termini di tenuta e stabilità, oltre a permettermi di ottenere colorazioni classiche adatte ai gusti di molti:

  1. Le scorze essiccate del melograno
    Possono essere utilizzate per ottenere sfumature che vanno dall’arancione al giallo freddo, la variabilità dell’effetto finale dipende dal grado di maturazione delle bucce stesse prima dell’essiccazione.
    Per esempio, il cardigan doppio in lana merinos giallo è stato tinto proprio con delle bucce di melograno.
  2. Le bucce e i semi di avocado
    Forse con questa vi stupirò: con l’avocado si ottiene il rosa! Mi piace molto utilizzarlo perché permette di accorciare il processo di tintura saltando la mordenzatura, dato che il seme di avocado contiene un mordente naturale. L’avocado che utilizzo per le tinture è di tipo siciliano.
    Un esempio di tintura con gli scarti dell’avocado? Questo vestitino in lana merinos rosa antico!
  3. Il mallo di noce
    Si tratta della parte carnosa, non edibile, del frutto del noce che a maturazione è verde e poi vira sui toni del marrone: per secoli è stato usato per tingere sia i tessuti che i capelli.
    Io la utilizzo per tingere i nostri capi di beige, come abbiamo fatto per le fasce per capelli mamma-figlia che puoi trovare sul sito.
  4. La robbia
    Si tratta di una pianta perenne tipica dell’Asia, che però cresce anche in Italia: è tra le più importanti e conosciute tinture naturali, utilizzata sin da tempi antichi. Grazie all’essiccazione e alla macerazione delle sue radici si ottiene una polvere di colore rosso, che noi usiamo per tingere accessori, maglieria e le tutine per neonato.
  5. L’indaco
    Viene estratto dalle foglie della pianta dell’indigofera tinctoria per tingere di blu i tessuti. Le origini della pianta, e molto probabilmente del suo nome, sono in India dove è stata coltivata e lavorata per migliaia di anni proprio come colorante.
    A me piace usarlo su cardigan, mantelle e adorabili cappellini in lana merinos.

 

Il mondo della tintura naturale è infinito e pieno di coloratissime sorprese. Chi acquista capi artigianali tinti naturalmente non porta a casa “solo” un pezzo unico, ma rende omaggio a tradizioni secolari e pratiche rispettose del pianeta.

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